Pietro da Talada

I luoghi

Borsigliana
(Piazza al Serchio)

La chiesa di Borsigliana

La chiesa di Borsigliana

Borsigliana, che nel 1376 trovasi nominata Comune Burciliani, è paese collocato, al pari di Livignano, in un poggio dal lato dell’Appennino alla sinistra del fiume di Soraggio, ed ha unita la piccola villa di Vergnano, colla quale in antico formava Comune autonomo, ma in progresso di tempo furono aggregati a quello di Piazza. Contiene 43 case unite, 7 sparse, con 42 famiglie, e 227 abitanti; i quali, secondo il Repetti, nel 1832 erano soltanto 191, e 208 nel 1600.

(Notizie storiche da Raffaello Raffaelli, 1879)

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Talada
(Busana)

Talada

Talada

Si arriva a Talada, nel comune di Busana, in provincia di Reggio Emilia, seguendo il precorso della SS 63 in direzione Cervarezza Terme (se si proviene dal valico del Cerreto) altrimenti svoltando a sinistra dalla SS 63 in località Terminaccio di Castelnovo Monti e dirigendosi verso Costa de’ Grassi e poi Ca’ Ferrari (se si proviene da Reggio Emilia). Il paese dista dal capoluogo Busana circa sei chilometri. Oggi Talada è un borgo di case nuove o ristrutturate, ordinato, molto bello,in parte raccolto intorno alla chiesa parrocchiale dedicata a San Michele. La piccola comunità parrocchiale, con le altre associazioni (pro loco, polisportiva), è attiva e vivace ed ha recentemente recuperato un edificio prima adibito a stalla e fienile, facendone un centro da adibire ad attività culturali in cui una sala, a lavori ultimati, verrà dedicata al pittore Pietro da Talada.
La valle in cui è inserito il paese è di grande fascino, dominata dalla Pietra di Bismantova e arricchita dall’imponenza dei “Gessi triassici” tra le cui pareti scorre il fiume Secchia
Una leggenda vorrebbe che l’attuale paese si trovasse un tempo più a monte e che, in seguito ad una frana, sia poi pervenuto all’attuale collocazione. Qualcuno fa infatti derivare il nome da “discesa”, “calata”. In realtà, la prima citazione della località, in un privilegio di Enrico II, parla di “Italado cappellam unam…”
La chiesa di Talada è molto antica; la sua dedicazione a San Michele Arcangelo fa pensare a una origine longobarda poiché i Longobardi, popolo guerriero, avevano venerazione per il santo, sempre rappresentato con la spada in mano.
Troviamo nominata Talada per la prima volta appunto nel privilegio dell’Imperatore Enrico II, datato tra il 1014 e il 1024; la cappella di Talada con le sue pertinenze è poi elencata nel Privilegio del Vescovo Gandolfo a favore del monastero di San Prospero (1073): il Decreto dell’Arcivescovo di Ravenna e Metropolita dell’Emilia Mosè, datato 1153, ne stabilisce la dipendenza dalla pieve di Campigliola (oggi Castelnovo  Monti).
La chiesa di Talada fu consacrata da Albericone, che fu Vescovo di Reggio dal 1163 al 1187; il nome del primo parroco (Don Ugolino) risale al 1318; la chiesa attuale fu fabbricata agli inizi del 1700.
Il parroco di Talada ha avuto il titolo di rettore fino al 1939, quando il Vescovo Monsignor Eduardo Brettoni gli conferì il titolo più onorifico di priore.
Dal punto di vista civile, Talada era anticamente una dipendenza del castello di Piolo, feudo dei Conti Dalli (provenienti da Dalli in Garfagnana). In seguito entrò a far parte del Marchesato di Busana e anche dopo la Restaurazione estense del 1814, fu sempre frazione del Comune di Busana.

N. B. Le suddette notizie sono state desunte dalle opere del Tiraboschi “Dizionario topografico storico degli Stati Estensi” e dello Scurani “Le chiese della diocesi di Reggio Emilia”.

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Rocca di Soraggio (Sillano)

Rupe di Soraggio

Rupe di Soraggio

Questi Villaggi sono ricchi di bestiame, possedendo 58 bestie grosse e 1385 minute e di più un territorio assai vasto e fertile pei pascoli. I Signori di Soraggio (Doraio) sono nominati nei due privilegi dei Federighi I e II, di cui si è fatta parola altre volte.
Soraggio da circa tre secoli ebbe Parrocchia propria, che oltre la metà del secolo passato perdurava nel Paese della Rócca sotto il titolo di S. Martino Vescovo: ed ebbe pure un Cappellano Curato nell’altro Paese della Villa con chiesa sotto il titolo di S. Francesco.

Gravissimi disordini però avvennero quando nel 1747 un decreto del Vescovo di Sarzana trasferiva la sede della Parrocchia dalla Rócca alla Villa. Nel marzo del 1758 si venne all’attuazione di un tal decreto, ma i popolani della Rócca vi si opposero a viva forza, e dovendo finalmente cedere, vollero di seguito accendere una causa a Roma per far revocare dal Vescovo l’accennata disposizione. Il Duca di Modena per altro fece chiamare i capi di quegli abitanti dal Governatore della Provincia, intimando loro di acquietarsi agli ordini superiori, e di desistere dall’idea di una causa su tale proposito, colla comminatoria delle più severe misure, e nei primi di febbraio 1761 spedì truppa sul luogo per far procedere, in caso di ulteriore opposizione, all’arresto dei capi agitatori, e di tutti quelli che loro si unissero per impedire il trasferimento della Parrocchia e del Fonte battesimale. Fu allora, che sotto la protezione della pubblica Forza fu demolita in parte la chiesa e la canonica, si asportarono alla Villa le Sacre Immagini, le suppellettili e quant’altro. E fu così la Parrocchia trasferita di fatto dal paese della Rócca a quello della Villa.
Sedate le cose, con Notificazione del Governatore Conte Manarini del 29 giugno 1767, furono stabiliti e pubblicati i seguenti capitoli:

(Notizie storiche da Raffaello Raffaelli, 1879)